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tro il nido della mano amorosa, per nascondersi all’occhio malefico che gli augura la cattiva morte.

Ella capisce, e tenta di ridere, ma non può, non può. Per la prima volta sente la sua cattiveria, il fluido velenoso che irradia intorno a sé; lo spirito del male che si annida nel suo petto come il pus in un tumore mortale.

— Ma perché? — si domanda. Perché il gobbo, povero e solo, ha la ricchezza del bene, e lei tanta miseria?

Ella non sa rispondersi ancóra, ma già qualche cosa si è aperta, nel suo cuore: ed è lì, il tumore maligno. Forse si creperà; forse, col tempo, potrà guarire.