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Ma ecco che lo sgorbio ritorna ad oscurare la luce della scogliera; e di nuovo si toglie rapido il berretto. Adesso ha un involto sotto il braccio, e, stretto al petto con la mano dolente, un piccolo piccione violetto, col becco e gli occhi rossi: anche il viso di lui è rosso e viola, eccitato come quello di un ubbriaco.

— Hai fatto presto — dice la signorina, senza guardarlo.

— Ho fretta di tornare a casa: sono tanto contento. La signora Amabilia mi ha dato questo piccioncino.

Egli è ansante di gioia: ride, di un riso che sembra pianto. Per un piccione di nido?

— Sì, è rimasto solo, perché il compagno è morto. La signora Amabilia dice: tiragli il collo e màngiatelo. Io? Fossi quaranta giorni digiuno, non gli toccherei una piuma. Lo terrò come un figliuolino: gli farò una casetta...

— Ed esso morrà, perché non ha il compagno. È meglio tirargli il collo — dice Agata, con voluta crudeltà.

Le irsute sopracciglia dell’uomo si sollevano come quelle di un leone: anche lui guarda male la gobbina, la gobbina che porta sventura; e il piccioncino pare diventi ancora più piccolo, en-