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ecco tutto: e pareva fosse la divinità della speranza a raggiare intorno a lui, spandendosi nel mare, nel cielo, nella terra ed in tutte le cose.
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Ma quando egli fu scomparso, Agata riabbassò l’ombrellino e si raccolse di nuovo nella sua ombra: un sorriso sardonico le arricciò le labbra sensuali: le sue dita, con le unghie simili a certe spine rosse dei rosai giovani, si affondarono nella rena, quasi cercando di afferrarsi a qualche cosa.
Poiché lei, no, non conosceva la luce della speranza: in nulla credeva né sperava: neppure nel lampeggiare della sua intelligenza, del suo spirito, della sua profonda sensibilità.
Vanità, illusioni. Lo scopo di tutte le cose, in una donna, e forse anche in un uomo, è l’amore. E l’amore non esisteva, per lei. Inoltre, la sua vita era, per necessità di eventi, chiusa, gretta e amara: il padre avarissimo, la madre sempre malata: figure pesanti e opache di fattori, sensali, contadini, preti, serve e operai, sempre intorno a lei, nello sfondo della vecchia casa scricchiolante: e tutti, tranne i genitori, a guardarla col celato terrore della sventura.