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gli occhi languidi, come quando si evoca un comune passato di amore, che si tenta di far rivivere. — Il suo salottino, con tutti quei fiori finti che parevano veri; e gli specchi; e le grandi riviste di mode? E l’attesa vibrante, che lei ci faceva soffrire e godere; poi l’ingresso al santuario? Una alla volta, signore e signorine! Così diceva lei; e quando la fortunata ero io, avevo l’impressione che un sultano passasse, gettandomi il fazzoletto. Ah, caro signor Manuel!

A misura che parlava, ella aveva preso davvero lo sguardo trepido e voluttuoso della favorita che attende di essere prescelta; e senza più riguardi lo destinava proprio a quello scimmione del vecchio signor Manuel. Tanto che egli la invitò ad entrare.

*

Ben diverso era al presente il salotto austero del cavalier Brischi, nella villa dove le contadine scalze, con un fazzoletto rosso intorno alla testa mummificata, sfaccendavano silenziose. Una di esse, la più vecchia, la più nera, si fermò a guardare con gli occhi di lucertola l’insolita visitatrice, poi proseguì, scuotendo la testa in segno negativo.

— Posso offrirle un bicchierino di menta? — domandò il cavaliere, aprendo uno stipo del