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fu col suo passo più elastico e il sorriso più invitante che gli si avvicinò fino a sfiorarlo, dall’esterno della cancellata, con l’onda della manica del suo vestito.

— Signor Manuel?

Egli l’aveva già veduta e riconosciuta; ed anche con un certo senso di smarrimento; ma si dominò; anzi corrugò la fronte, sopra i piccoli occhi verdi, come cercando cortesemente di ricordarsi.

Ella gli venne in aiuto.

— Come, non mi riconosce? Sono la signorina, adesso signora Laura.

— Ah, già, già, scusi, ricordo benissimo; come sta?

— Io? Bene. E lei? Vedo che è sempre giovane, arzillo, infaticabile.

Egli sbuffava, tuttavia lusingato per i complimenti, i sorrisi, gli sguardi della piccola bella signora.

— E vedo che è diventato un nababbo, caro signor Manuel! Com’è bella la sua villa: e come incantevoli il suo parco, il giardino, la pergola! Beato lei. Deve essere proprio felice e soddisfatto. Ma se lo meritava, caro signor Manuel, anzi cavalier Brischi: io però continuo a chiamarlo come allora, si ricorda?

Egli ricordava, ma non sapeva se era contento o no che ricordasse lei.

— Ricorda? — ella insisté sottovoce, facendo