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ricordavano il droghiere e il fornaio del paese, pronti sempre a far credito al Convento.
Fu dunque mandata suor Lisabetta, quella che faceva i dolci, a procurarsi le mandorle, i pignoli, la marmellata; mentre le altre lavavano e stiravano i paramenti sacri, ripulivano l’oratorio. Fu tirato giù e spolverato con religione commossa il quadretto miracoloso della Madonna del Monte, dipinto, o meglio graffito su una lastra di basalto grigio, trovato mille anni fa da un pastorello sulla cima di una roccia. Tre volte il misterioso dipinto fu portato nel castello; tre volte fu ritrovato sulla roccia; finché il Signore del luogo non fece costruire l’oratorio per deporvelo.
Nel riattaccarlo sopra l’altare, le suore piangevano di amore, chiedendo alla Madonnina di provvedere all’onore della loro festa.
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Una sola non prendeva parte alle faccende delle compagne: suor Vittorina, la più vecchia di tutte, che non usciva dalla sua stanza, nella quale, oltre il resto, c’era un telaio a mano, col quale ella aveva tessuto, anni, anni e anni, la tela e le tovaglie per il Convento. Adesso, senza aver nessun male, non poteva più tessere, né fare le scale: anzi stava quasi sempre a