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FESTA NEL CONVENTO

Lungo, rigidissimo era stato l’inverno, e le suore di Montalto ne uscivan fuori bianche, fredde come conservate nel ghiaccio: poiché il loro Convento è ancora come ai tempi della sua millenaria fondazione, affacciato fra due sproni di monti, attaccato al resto del mondo solo da una corda di sentiero, cinto di tristi cortili, e, all’interno, con le cucine che sembrano grotte, gole di montagna i lunghi corridoi sempre pervasi da una corrente gelida, senza riscaldamento, senza luce. Il refettorio, che ha l’aria di un coro, con le panche e le lunghe tavole scure lucidate dal tempo, guarda su un cortile, ed è ancora illuminato, a sera, da lampade a olio: più allegra la foresteria, con la mensa sempre apparecchiata, sotto una finestra verde di orto: ma poche volte all’anno questa sala viene aperta, oltre che nei giorni delle due feste annuali del Convento. Due, ma due! E sono come il riaprirsi e il richiudersi della gioia del sole, su questa