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leva e si getta inesorabile sul vincitore, pensò alla sua fidanzata. Era un vecchio amore, che molte vicende, — la guerra, la povertà della donna, la poca fortuna di lui in tutte le sue imprese, — avevano annacquato, sbiadito, ma non spento.

Ella aspettava: egli voleva mantenere la sua promessa. Quando aveva parlato al vecchio Gilsi di una famiglia da crearsi, per la quale vivere e lavorare, non intendeva di mentire. Solo c’era stato, da parte di entrambi, scambio interessato di persona.

Ma adesso, tutte le cose strane che affioravano come segni fatali sul ricordo di quella giornata, in apparenza limpida e di buon augurio; e quel fischio, e i fantasmi che in verità si annidavano all’ombra di ogni sasso, in quel mondo pietrificato e morto come quello della luna, ov’egli si trovava quasi senza volerlo, tutto infine gli ridestava la coscienza del proprio dovere.

Andò a letto con la finestra socchiusa (anche lui non aveva nulla da temere), deciso di ripartire all’alba, di mandare un bel regalo alla signorina Gilsi e scriverle che non aveva la possibilità di acquistare la miniera.