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Domandò, quasi irritata:
— E tuo marito?
— Ah, già! Non lo so dov’è andato oggi.
Ella cadeva sempre dalle nuvole: non si ricordava mai di nulla; non s’interessava di nessuna cosa al mondo. Un tempo non era così.
La nonna cominciò a sdegnarsi sul serio. Tirò in avanti la sedia, aprì il lieve cappotto di seta sul collo magro e forte; e cercò gli occhi della principessa, ma questi rimasero nascosti sotto le lunghe ciglia arricciate in su: solo agli angoli s’intravedeva una scintilla verdognola.
— Ma ti interessano tanto, questi fioracci? — domandò la vecchia, tendendo la mano tutta rughe tremule, quasi a voler sottrarre le carte colorate dalle quali la nipote ritagliava i petali e le foglie. — Ne hai tanti, di veri, in giardino; — proseguì, abbassando la voce, — perché non scendi in giardino? Non hai occhi per vedere che giornata è? Perché non scendi in giardino? — ripetè, di nuovo alzando la voce, come parlasse ad un sordo.
— Non mi va.
— Si potrebbe sapere che cosa è che ti va? Non hai mai voglia di niente, mentre un tempo avevi tutti i capricci e i desideri del mondo.
— Allora ero signorina: adesso sono signora, anzi eccellenza.
Non c’era sfumatura d’ironia, né di rancore,