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50 la via del male

Sì, sì: è dì pecora, figliuoli miei; credevate fosse di vitella?

Maria gli porse il piatto desiderato.

— Avete dei buoni denti, figliuoli miei, chè potete masticare questa roba qui; la carne del diavolo non può esser più dura.. basta, in casa del tale, — egli nominò una persona ricca, — vi daranno da mangiar meglio...

— O peggio, — rispose zia Luisa, che neppure per mangiare s’era slacciato il corsetto. — Finiscila, chiacchierone.

Appena si furono alquanto sfamati, i giovani ripresero a scherzare.

— Zia Luisa, me li prestate cento scudi? — diceva il giovinotto.

— Se ti procuri una buona garanzia, — rispose la vecchia padrona, proseguendo lo scherzo, ma senza scomporsi.

— Eccola qui! — disse il giovine, battendo la mano sulla spalla d’una delle ragazze, poverissima.

Tutti risero.

— Eppoi, se non vi basta, vi porterò in pegno tutti i gioielli della mia famiglia e le posate d’argento, — egli riprese, beffandosi della sua povertà.

— La salute è il più bel gioiello; con quel pegno lì tu puoi trovare non cento ma mille scudi, — sentenziò zio Nicola, dall’alto della sua sedia: la sua figura quasi maestosa, dal barbone jeratico, dominava il quadro.

Maria, però, era diventata nervosa.