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48 | la via del male |
Perchè? Che aveva in sè la giovine padrona, quel giorno, perchè al solo vederla egli si rallegrasse tutto come dopo aver bevuto un bicchiere di vino d’Oliena?
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In cucina zia Luisa, col corsetto allacciato o la benda intorno al viso impassibile, preparava il desinare per i lavoratori: carne di pecora con patate.
In una pentolina a parte bolliva la carne di bue per zio Nicola.
— Povero Nicola, — pensava zia Luisa, che era stata sempre una donna gelosa, — bisogna trattarlo bene, ora che è così infelice. Gli piacciono le donne, beve un po’ troppo, dopo la sua disgrazia, ma in fondo è un buon uomo. Bisogna compatirlo: anch’io sembro una donna superba, ma in fondo sono buona. Soltanto... penso sia bene imporsi al mondo; altrimenti il mondo ci calpesta.
— Sì, — continuò a pensare, rimescolando le palate nel tegame — imponenti bisogna essere. Imponenti! Chè siamo forse nati tutti eguali? No, ciascuno al suo posto; da una parte i ricchi, dall’altra i poveri. Far del bene, sì, questo lo approvo, ma non umiliarsi, non abbassarsi. Il povero Nicola, invece, si umilia troppo. Ma anche lui non è nato ricco; ah, è una triste cosa non nascer ricchi, da razza potente; si rimane sempre umili. Anche la mia Maria ha ereditato un po’ dal padre;