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azzuffati. E gli parve di non credere alle malignità della piccola paesana.

Questo fu il seme.

La sera cadeva, sempre più vaporosa e melanconica. Ecco le prime case di Nuoro, sopra gli orti erbosi; ecco, fra due muri alti, il viottolo ripido e sporco, dove Pietro doveva passare.

I buoi avanzavano, prudenti e gravi nella loro stanchezza taciturna: un gruppo di monelli seminudi, degne figurine del viottolo triste ed immondo, si gettò sul carro tremolante.

— Dà qui un grappolo, dà, un piccolo grappolo!

— Va via, va via. — urlò Pietro, destandosi dal suo sogno.

I ragazzetti si arrampicavano sul carro come scarafaggi.

— Andate via o vi pungo. — gridò Pietro, feroce, agitando il pungolo. Malafede abbaiò; i monelli si ritrassero verso il muro, urlando e ridendo.

Una stella brillava sull’alto del viottolo, sopra le povere case velate dalla vaporosità della sera. Pietro ricadde nei suoi pensieri. No, egli non credeva alle malignità della gente, e sopratutto alle chiacchiere delle donne: eppure... Era assurdo che Maria... basta, neanche bisognava pensarci!.. Il suo sogno tormentoso lo riconduceva sempre a