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310 la via del male


Senza avvedersene Maria attraversò il cortile e si lasciò cadere sulla seggiolina dove poco prima stava seduta. Il suo viso si fece livido, si contrasse; le sue mani e la sua testa tremarono. Per qualche tempo ella rimase così, come sopraffatta da una leggera convulsione e da una completa incoscienza, poi sollevò il capo e si guardò attorno meravigliata. In quei momenti d’incoscienza la sua anima s’era come assentata da lei e aveva fatto un viaggio misterioso: era stata in un paese ignoto, dove aveva veduto cose terribili e grandi, e ritornava mutata e vedeva intorno a sè ogni cosa mutata e ne provava terrore.

Solo dopo qualche istante, pure sentendo la verità terribile e come stringendola nel pugno con quella lettera che era più inesorabile d’una sentenza di morte, Maria cominciò a dubitare. E nel suo smarrimento, dimenticandosi di sè stessa e delle sue forze già messe alla prova, ella sentì un istintivo bisogno di protezione, di sollievo, e desiderò il ritorno di Pietro.

— S’egli venisse subito! — pensò, guardando la lettera. — Gliela farei leggere e... tutto sarebbe finito. È una vendetta di Sabina, questa. Sì, ella lo amava, un tempo, ed anche lui le voleva bene... Allora...

In un attimo ella ricordò tutto il suo triste romanzo, cominciato come un idillio e finito in tragedia. Ricordò tutto. Rivide Pietro che attaccava