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la luna di miele presso i Noina e di occupare il posto del morto.

— Nel suo letto... — pensava rabbrividendo.

L’antivigilia delle nozze Maria lo guardò sorridendo e gli chiese:

— Ti sei preparato?

— A che?

— A confessarti!

Egli non rispose subito, e come un’ombra gli offuscò gli occhi.

— Sono molti anni che io non compio il precetto pasquale, — disse con tristezza. — Ho tanto sofferto che non credo più in Dio.

— Tu sai che non bisogna sposarsi in peccato mortale, — disse Maria con voce insinuante. — Peccati ne avrai commessi in questi anni! È necessario che tu ti confessi. Non dare quest’ultimo dispiacere a mia madre, Pietro...

Egli chinò, poi sollevò e scosse la testa.

— Ebbene, sia. Ma anche tu mi devi fare un piacere: non ho osato domandartelo prima. Per il tempo che abiteremo qui, nella casa di tuo padre, lascia che faccia portare nella camera dove dormiremo il letto che ho acquistato a Cagliari. Tu capirai... Io desidero...

A sua volta Maria si fece pensierosa e triste. Era la sposa che doveva fornire il letto nuziale, e Pietro quasi la offendeva proponendole un letto suo; ma d’altra parte egli aveva ragione. Ecco, la perspicacia di zio Nicola non aveva preveduto il caso, e Maria, stordita dalla passione e dall’in-