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28 | la via del male |
Legato il cavallo, ella sedette per terra e si levò le scarpe. Il servo la guardava con insistenza, ed ella se ne accorgeva con piacere; ma ad un tratto Maria, rossa e sudata, si volse e gridò sdegnosamente:
— Pietro, sei incantato? Potresti venire a legare questa bestia infernale che ti somiglia.
Egli non rispose. S’avvicinò e legò il cavallo. Un’ombra gli aveva oscurato il viso.
Anche Maria si levò le scarpe e ricominciò a gridare, incitando il servo a sbrigarsi.
— Presto, presto, presto. Tu hai del tempo, Pietro Benu, ma noi abbiamo fretta. Presto, che il diavolo ti comandi.
Allora egli s’arrampicò su una pianta, con un cestino al braccio, e cominciò a staccare le pere.
Le due cugine coglievano i frutti dai rami bassi, e ridevano fra loro, ammiccandosi e spingendosi. Qualche volta tendevano il grembiale già a metà colmo e Pietro lasciava cadere qualche pera meno matura che rimbalzava fra le altre.
— A me, ora.
— No, a me.
— Sempre a te, — disse Maria, tendendo il suo grembiale. — Pietro, a me, ora: attento! Ecco.
— No, a me. — gridò Sabina, spingendo la cugina. — Su, quella là, vedi, quella pera che sembra d’oro.
— Sì, a te; attenta, te la butto sul seno! — egli rispose, sorridendo e fissando il viso sollevato di lei.