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e pareva vigilasse e si prendesse il gusto crudele di separare i due pericolosi fidanzati.

Una domenica mattina Pietro entrò all’improvviso, con la speranza di trovar Maria sola; ma zia Luisa era già stata alla prima messa del Rosario.

— Io parto oggi per Cagliari, — annunziò Pietro. — Mi fermerò stassera a Macomer per sbrigare un affare: fra quattro giorni sarò di ritorno. Fa preparare le tue carte per le pubblicazioni, Maria.

Invece di quattro stette assente otto giorni. Maria si sentiva triste, inquieta; pensava a lui come mai, neppure durante i primi mesi del suo amore, aveva pensato. Qualche volta il suo antico orgoglio risorgeva: l’idea di dover sposare un ex-servo, dopo essere stata la moglie di un ricco principale, la umiliava profondamente; ma poi ella si riabbandonava tutta alla sua passione, al desiderio ardente di un amore sfrenato. I lunghi anni di vedovanza avevano come rinnovellato la sua verginità e smussato il suo carattere primitivo. Le pareva di aver provato tutte le gioie e tutti i dolori, tranne l’amore. Era stata invidiata, adulata: aveva pagato a caro prezzo il suo tradimento; ora i suoi trent’anni ardevano di desiderio.

Ella smaniava di godere, voleva riacquistare tutto il tempo perduto, la giovinezza sprecata inutilmente: ma in tutto ciò v’ora qualche cosa d’impulsivo. Il caldo primaverile, il benessere, la quiete della casa, la solitudine, acuivano in lei questo