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la via del male 27

nati dal sole del pomeriggio, e i cavalli lucenti di sudore che si sbattevano furiosamente la coda sui fianchi.

Giunte davanti al canocello smontarono, e scesero nella vigna tirandosi dietro i cavalli che allungavano il collo per strappare qualche foglia dagli alberi. Pietro non s’era mosso, nonostante il suo vivo desiderio di andare incontro alle fanciulle, ma il cuore gli batteva, e appena Maria varcò il limite della vigna egli si alzò e salutò.

— Ebbene. Pietro, che nuove? — gridò Sabina, tirando forte la corda del cavallo. — Da quando non ci vediamo!

Egli la guardò fisso e le sorrise.

— Dà qui, — disse, aiutandola a legare il cavallo ed a scaricar la bisaccia gonfia che conteneva due grandi cestini di canne, mentre Maria si arrabbattava a legare l’altro cavallo, che aveva cacciato il muso entro un cespuglio e si scuoteva tutto.

Sabina era molto ben vestita, con un bustino di velluto rosso e la camicia bianchissima; il fazzoletto slegato lasciava scorgere il collo nudo, lungo e bianco, circondato da cordoncini di seta nera.

La sua bellezza delicata e pura non offuscava certo la voluttuosa bellezza di Maria; ma più che bella Sabina era graziosa, e la ciocca di capelli che le sfuggiva dal fazzoletto e le velava la fronte e talvolta anche gli occhi le dava un’aria infantile.

Come ella piaceva a Pietro! Gli occhi di lei, chiari e languidi, un po’ socchiusi, lo affascinavano.