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la via del male 279


— Ah, sì, Pietro Benu; tu sei nato per aver fortuna e... invece! Basta: tu sei un mezzo uomo, un uomo di ferula! Hai sempre avuto paura. Anche allora avevi paura; invece tutto andò bene. Bei tempi erano quelli! Mi davi ascolto, ti facevi coraggio, superavi te stesso: l’odio e la passione ti spingevano. Poi tutto finì. Paura! Paura! Ecco, tu hai avuto sempre paura di tutto e di tutti, anche di me, d’un tuo fratello! E te lo dissi tante volte: l’uomo pauroso non sarà mai fortunato.

Pietro guardava fuori e scuoteva la testa.

— Fortunato! — disse con voce triste e sommessa. — Non c’è stato uomo più sfortunato di me. Io ero nato onesto e son diventato ladro. Io non ero nato per uccidere ed ho ucciso... ho ucciso chi non mi odiava ed ho ucciso chi era povero e servo come me...

— Piano! — disse l’Antine con un orribile sorriso. — Non vantarti tanto! Il servo l’ho ucciso io; tu hai ucciso il padrone... Ti chiami sfortunato, perchè hai ucciso il tuo rivale? Diavolo, conosco tanta gente che direbbe il contrario...

— Bella fortuna! — continuò Pietro con voce triste. — La fortuna sarebbe stata di... Basta, non voglio ricordare! Eppoi, chissà? Siamo noi sicuri di noi? Non tutte le notti io dormo tranquillo, Zuanne Antine!

— Peggio per te! Io dormo!

— Eppoi, vedi, come dicevo, son forse diventato ricco? Per poche migliaia di lire puzzolenti! E quanti pericoli corsi; e quanta povera gente rovinata!