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XX.

Una sera, otto o nove giorni dopo i funerali di Francesco, mentre zia Luisa e Maria stavano in cucina aspettando che zio Nicola rientrasse, qualcuno picchiò al portone.

Siccome la serva, che dormiva a casa sua, era già andata via, fu zia Luisa che uscì nel cortile per aprire.

Poco dopo rientrò seguita da Pietro Benu.

— Ave Maria, — egli salutò con voce ferma, avanzandosi.

Un vivo rossore colori il viso pallido di Maria: Pietro prese uno sgabello, sedette e la guardò fisso.

— Perdonatemi, — egli disse con voce sommessa, ma calma. — Non venni prima perchè ero troppo lontano. Viaggiavo; ero assente da oltre quindici giorni. Solo oggi, al ritorno, seppi della disgrazia: ne rimasi stordito. Ma come, come accadde?

Maria sollevò gli occhi, li fissò negli occhi di Pietro. Una freccia non avrebbe ferito come feriva lo sguardo di lei, cupo e profondo; ma il giovine non si turbò.