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24 | la via del male |
— Farò venir Sabina...
— E verrà Sabina, e verrà Sabina - continuò a ripetere Pietro fra sè, anche dopo l’invocata partenza di Maria.
Le mosche, gli insetti nascosti fra i pampini, il picchio che batteva il becco sul pioppo bianco del ruscello, l’usignuolo che gorgheggiava sul noce, le foglie che sussurravano, ogni pietruzza che rotolava sulla china, ripetevano le due buone parole.
Solo nella serenità chiara del crepuscolo, il giovine servo sentiva il suo cuore palpitare di gioia.
Tutto ciò che v’era di torbido nella sua anima ardente e scontrosa dileguavasi come la nebbia al sorgere del sole.
— Verrà Sabina.
Fra le macchie giallognole indorate dall’ultimo riflesso del tramonto appariva e spariva un ciuffo di capelli biondi... Versi appassionati d’antiche canzoni echeggiavano nelle lontananze azzurre, fra le roccie ove forse dormono gli spiriti dei vecchi poeti selvaggi.
Quando alla luminosità cerula del crepuscolo si fusero i primi bagliori della luna nuova che declinava dietro gli olivi, e una scintilla brillò tra il pioppo ed il noce, nell’acqua corrente. Pietro risalì verso la capanna, e si stese su un muricciuolo, con gli occhi perduti verso lo sfondo della montagna.
La brezza spirava così leggera che le foglie non avevano più un sussurro: solo un brivido silenzioso cangiava soavemente la tinta dei pampini e