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bina scusava la ricca cugina per il suo breve errore, e perdonava perchè sperava.

Ora egli tornava. Da mesi Sabina non l’aveva più riveduto. La notizia della sua visita ai padroni, nel giorno delle nozze di Maria, la inquietava, ma in fondo al cuore le ridestava una vaga speranza. Ella sarebbe stata là, pronta a guardarlo con occhi pietosi; forse egli sarebbe ritornato a lei.

Con questi pensieri per la mente ella continuò fino a tarda sera a raccogliere i presenti; le toccava anche di segnarli perchè la ragazzetta, sazia e imbottita di dolci, aveva abbandonato il suo posto.

Verso l’imbrunire giunse il fidanzato. Sbarbato, attillato, con le scarpette che scricchiolavano, i calzoni bianchissimi, Francesco sembrava quasi bello: i suoi occhi splendevano di gioia e di desiderio.

Ma la sposa era alquanto turbata e lo accolse quasi con freddezza.

La notizia della visita di Pietro l’inquietava e la rattristava. Che voleva, che veniva a fare il disgraziato?

Dopo la sera della sua scarcerazione Pietro non era più tornato. Con sua grande meraviglia Maria aveva un giorno ricevuto, per mezzo del bettoliere toscano, una lettera, con la quale Pietro la supplicava di dargli un convegno.

«Tutte le sere, alle undici, io passerò davanti al tuo portone; aprimi, se hai ancora un cuore di donna».