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190 | la via del male |
— Appena anch’io uscirò dal carcere verrò a cercarti. — gli disse l’Antine, — Ti proporrò un affare. Sta’ allegro, divertiti e ricordati di me.
Quando Pietro rivide le note strade gli parve destarsi da un brutto sogno, e provò la gioia del convalescente che guarisce dopo esser stato vicino a morire.
Coi nervi vibranti e il volto sbiancato dalla prigionia e dal dolore, egli s’avviò a casa Noina. Maria non c’era; zia Luisa lo accolse un po’ freddamente, e gli annunziò che le nozze della figlia erano vicine.
— Rientrerai al nostro servizio? — ella chiese. Ho sentito dire da Francesco ch’egli ha bisogno di un servo.
Pietro fremette. Servo di Francesco Rosana? Mai!
— Dov’è Maria? — egli domandò.
— Non so; credo sia andata alla novena... Bevi dunque, Pietro: sei bianco come un agnello. Bevi; il vino ti ridonerà un po’ di colore. Verrai alle nozze?
Egli bevette, ma il vino gli parve veleno.
Uscì e attese Maria girovagando attorno alla casa, ma ella non tornò e l’ombra della sera cadde sulle cose e sull’anima di Pietro.
— Ella doveva essere a casa e non mi ha neanche voluto vedere! — egli pensò amaramente. Tutto, tutto è finito davvero.
Ricordò i suoi progetti di vendetta, l’idea di uccidere Francesco prima delle nozze, e pensò che