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188 | la via del male |
gli uomini cadevano in basso, sotto il peso delle ingiustizie e dei dolori, e dall’altra salivano e godevano.
— Perchè tutto questo? — egli chiedeva.
— Perchè siamo stupidi, — rispondeva l’Antine, — perchè non vogliamo capire che siamo tutti eguali e che il mondo appartiene a tutti. Guarda, per esempio, gli uccelli dell’aria; essi sono tutti coperti all’istesso modo e prendono il cibo dove lo trovano e fanno il nido dove loro piace. Perchè gli uomini non dovrebbero imitarli? Perchè gli uomini sono più stupidi degli uccelli, ecco tutto!
— Ma infine c’è chi è astuto, come tu dici, e c’è chi è stupido. Io, per esempio, sono stupido: mi lascio offendere senza reagire, e non sono capace di prendere il bene dove lo trovo. Che colpa ne ho io? Ah sì! — diceva Pietro con rabbia, pensando che se avesse voluto avrebbe potuto posseder Maria e goderne l’amore e la fortuna. — Sì, sono stato stupido sempre.
— Si può diventare astuti, però.
— Come si fa?
— S’impara. Hai visto come s’impara a leggere ed a scrivere? Così!
Molte volte Pietro era tentato di rivelare all’Antine la sua passione disperata: ma non osava. In fondo in fondo egli conservava un barlume di speranza.
S’immaginava che un ostacolo qualunque potesse sorgere ed impedire il matrimonio di Maria: Francesco poteva ammalarsi e morire; Maria po-