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II.


Il quindici settembre Pietro entrò al servizio dei Noina. Era di sera; una sera nuvolosa e tetra, il cui ricordo rimase impresso nella mente del giovine servo come il ricordo di un triste sogno.

Le donne lo accolsero con freddezza, quasi con diffidenza, ed egli si sentì triste quando entrò nella cucina ancora buia e attaccò il suo cappotto nell’angolo vicino alla porta.

Maria accese il lume e versò da bere al nuovo venuto.

— Bevi, - gli disse, guardandolo acutamente.

— Salute a tutti, - rispose Pietro: e mentre beveva il vino rossastro, il vino di media qualità riservato ai servi ed alle persone povere, anche egli fissò la giovane padrona.

Così vicini, bellissimi entrambi, nei loro costumi caratteristici, servo e padrona apparivano, ed erano, campioni magnifici d’una stessa razza: eppure una distanza enorme li divideva.

Pietro era alto e scultorio; indossava un giubbone di scarlatto scolorito dall’uso, foderato di