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il padre di tutti, e quando fece il mondo disse agli uomini: «Ecco, figli miei, io ho fatto una focaccia: a ciascuno la sua porzione: prendetevela, figli miei». Gli uomini sono stati in parte astuti ed in parte stupidi, perchè gli uni si son presa una porzione grossa, gli altri sono rimasti senza. A questi ultimi, poi, quando si lamentano, Dio dice: «Arrangiatevi, figli miei; ognuno per sè e Dio per tutti! Peggio per chi non si arrangia!

— Ma, — osservò un giorno Pietro, — non basta aver della roba per essere felici.

— Chi te l’ha detto? — esclamò l’altro con disprezzo. — Te lo sei immaginato tu, imbecille? Io ti dico invece che chi ha roba ha tutto; è rispettato, amato, temuto. Persino le donne, che tante volte non capiscono niente, amano e preferiscono gli uomini che posseggono qualche cosa, anche se essi sono brutti, loschi, sciancati...

— È vero! — disse Pietro, pensando a Maria.

Anche i compagni approvarono, tanto più che quasi tutti mettevano in pratica la teoria dell’Antine; molti erano ladri, malfattori, delinquenti; parlavano un linguaggio impuro e ogni loro parola esprimeva un sentimento immorale; di taluni il solo alito pareva avvelenasse l’aria fetida del carcere. E respirando quest’aria, Pietro sentiva il suo cuore indurirsi, le sue idee corrompersi, quasi fermentate da un maligno lievito. Egli capiva istintivamente che un enorme squilibrio, — come diceva Antine, — rendeva il mondo simile ad una bilancia; da una parte della quale