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14 la via del male


— Bene — rispose Pietro.

Zio Nicola allungò la gamba sana, fece una lieve smorfia di dolore, ma subito si ricompose.

Zia Luisa scostò la caffettiera dal fuoco, e si rimise a filare, col piccolo fuso sardo gonfio di lana bianca. Così bassa e tonda, quasi solenne nell’antico costume nuorese, dalla gonna di orbace orlata di verde, con la benda gialla intorno al grande volto enigmatico, dalle labbra strette e gli occhi chiari e freddi, ella pareva un idolo egiziano, e incuteva una soggezione religiosa quanto il marito inspirava confidenza.

— So che cercate un servo — disse Pietro, spiegando e ripiegando la sua lunga berretta nera. — Se mi volete, vengo io. Finisco ora a settembre il servizio da Antoni Ghisu, e se volete...

— Giovanotto — rispose zio Nicola, fissandolo coi suoi occhi brillanti — non ti offenderai se ti dico una cosa: tu non godi una fama spiccata...

Anche Pietro aveva gli occhi grigi luminosi e sostenne quasi violentemente lo sguardo di zio Nicola: benchè sentisse le orecchie ardergli per l’offesa, disse pacatamente:

— E informatevi, allora...

— Non offenderti — disse zia Luisa, parlando a denti stretti e quasi senza aprire la bocca. — Son voci che corrono, e Nicola è un burlone.

— Ma che voci, zia Luisa mia? Che possono dire di me? Non ho mai avuto che fare con la giustizia, io. Lavoro di giorno e dormo di notte. Rispetto il padrone, le donne, i bambini. Considero