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Francesco non cessava un momento di guardarla, e talvolta i loro occhi s’incontravano. Ella pensava sempre a Pietro: nei momenti di distrazione e di sogno vedeva davanti a sè i dolci occhi chiari che l’avevano guardata come nessun altro uomo avrebbe saputo più guardarla: ma volgendosi incontrava gli occhi neri e vivi di Francesco e li fissava con abbandono e con tristezza.

Sì, il sogno era finito: la realtà cominciava. D’altronde ella si sentiva triste, ma non molto. Francesco era brutto, ma aveva una fisionomia dolce, buona, che inspirava confidenza.

Tutto non si può avere, nella vita: bisogna sapersi contentare...

I fedeli cantavano i Gosos, laudi sacre in onore della Madonna, con un motivo melanconico che pareva il lamento di un popolo abbandonato.

Sas roccas distillan perlas,
Sas mattas grassias e donos;
Cun milli boghes e tonos
T’acclaman sas aea bellas;
Sas relughentes istellas
Falan prò t’incoronare.1

  1. Le roccie stillano perle — Le macchie grazie e doni; — Con mille voci ed accenti — T’acclamano i vaghi uccelli; — Le rilucenti stelle — Scendon per in coronarti.