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— Salute, Orune; salute, Bitti, — risposero le ragazze.

Più in alto incontrarono gente di Olzai, paese noto per il caratteristico sentimento religioso dei suoi abitanti; una donna olzaese, pallida e severa come una monaca, raccontava a una deliziosa fanciulla di Gavoi, dal cappuccio rosso, la leggenda di Santa Barbara.

— La Madonna di Gonare e la nostra Santa Barbara (in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, così sia) — diceva l’olzaese, segnandosi — si sono incontrate proprio qui, in questo punto. Si guardarono, si strinsero la mano, poi la Madonna disse:

             Barbaredda de Orzai,
        Ube nos an a ponner
        no nor bidimus mai1.

Infatti il santuario della Madonna di Gonare si vede da tutto il circondario fuorchè dalla chiesa di Olzai, ov’è Santa Barbara.

A poco a poco la montagna si popolava; pei sentieri saliva una folla variopinta: i paesani, le donne, i pastori d’Orane, il villaggio più vicino, formavano quasi una processione.

Sotto le quercie nane, nel bosco un po’ arido e selvatico, risuonavano mille voci; dall’alto arrivavano grida di fanciulli, di venditori ambulanti, di gente allegra.

  1. Barbarina di Olzai. — dove ci metteranno — non ci vedremo mai.