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La notte tra il sette e l’otto settembre un gruppo di fanciulle nuoresi percorreva i sentieri mal tracciati che, attraverso tancas, pascoli aperti e boschi di quercie, conducono dalle campagne di Nuoro al monte Gonare.
Le graziose pellegrine notturne si recavano a piedi al santuario che sorge sulla cima del monte Gonare; alcune intendevano di sciogliere un voto, altre domandare una grazia, le più volevano semplicemente divertirsi. L’indomani si celebrava la festa: gente di ogni paese del circondario sarebbe salita a Gonare; c’era da vedere, da ballare, da divertirsi.
Ciascuna delle pellegrine portava seco un piccolo involto con la colazione e il desinare, e teneva gettata sul braccio o sull’omero la tunica (gonna) di gala da indossarsi solo lassù nel luogo della festa. Alcune camminavano scalze, per voto; una aveva i capelli sciolti sulle spalle e un cero dipinto in mano. Era Maria Noina, che scioglieva un antico voto.