Pagina:Deledda - La via del male, 1906.djvu/12

10 la via del male


— Si credono, però. Si credono ricchi perchè vivono in questo vicinato di miserabili. L’essere cresciute, specialmente le donne, fra la perpetua miseria della gente che le circonda, dà loro l’idea d’essere delle regine. Anzi in zia Maria la vanità ha un limite, o almeno è un po’ nascosta, ma zia Luisa ad ogni parola fa sentire di non aver bisogno di alcuno, di esser ricca, d’aver la casa piena di provviste e il cassetto colmo di monete. È una donna schiacciante. Zio Nicola la chiama Madama reale. Non si degna neppure di uscire a prendere il fresco nello spiazzo, assieme alle altre vicine, come fa anche zia Maria. Se ne sta nel suo cortile, accanto al portone spalancato, e se qualche donnicciola lo si avvicina bisogna vedere che arie zia Luisa assume!...

— Ah, dunque — interruppe Pietro, pensieroso, guardando fuor della porta, verso lo sfondo ardente della straducola — lui, il padrone, non è superbo?

— Oh, è un burlone ciarliero: niente altro. Si beffa un po’ di tutti, e si mostra bisognoso di denari. È un furbone, caro mio!

— E in famiglia vanno d’accordo?

— Si capiscono a vicenda come gli uccelli dello stesso nido — disse il forestiere. — Pare che vadano d’accordo: del resto non fanno mai sapere agli altri i fatti loro.

— Tu però sembri bene informato: quasi quanto una donnicciuola... — osservò Pietro, col suo gesto sprezzante.