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112 la via del male

gliasse a Pietro. Non seppe perchè, ella sospirò, e per tutto il giorno provò una vaga tristezza.

Qualche volta anche in lei, non impulsiva nè di carattere ardente, l’istinto della giovinezza, la voluttà della primavera, la natura stessa, avevano una contrastata vittoria.

Sogni d’amore turbavano allora le sue notti, e in quei sogni era sempre la figura di Pietro, e raramente quella del paesano fidanzato, che la stringevano e la coprivano di inesprimibili carezze.

Quasi sempre sfondo a questi sogni era la vigna silenziosa e verde, lontana dal mondo pieno di pregiudizi, come un’oasi dove l’amore soltanto regnava, l’amore che domanda la bellezza e la forza, la dolcezza e il piacere, e non la ricchezza e le altre vane doti dell’uomo.

Una sera ella attendeva che zio Nicola rientrasse dalle solite scorribande per le osterie del vicinato, quando udì picchiare al portone. Uscì e domandò chi era.

— Io. — rispose la voce di Pietro.

Maria credeva che egli tornasse la sera del sabato, e nell’udire improvvisamente la sua voce si turbò.

Aprì subito ed egli entrò.

La notte era oscura, ma tiepida e stellata; non giungeva al cortile silenzioso alcun rumore, alcuna luce.

— Perchè sei tornato? — domandò Maria con voce cauta, quasi indovinando già la risposta.