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la via del male 103


— Non gridare, — le disse però con voce supplichevole. — Non voglio farti del male. Voglio solo che tu mi ascolti. Ti tengo, appunto per dirti che tu non devi aver paura di me... Ecco, vedi, ti potrei far del male, ma non voglio, non ci penso neppure.

— Lasciami, allora, lasciami, Pietro. — ella disse minacciosa, svincolandosi.

Egli le recinse la vita con un braccio, avvicinò il viso di lei al suo e la baciò sulle labbra; poi la lasciò.

Tremava tutto, e come in sogno udi ch'ella piangeva convulsa e diceva:

— Vile, vile... dirò tutto al babbo... ti farò mandar via...

E quando si trovò solo nella cucina silenziosa, ove la gran fiamma cigolante del tronco pareva cosa viva, ripetè a voce alta le parole di Maria:

— Vile, vile... dirò tutto al babbo... ti farò mandar via...

Tutto era perduto. Era forse meglio andarsene prima di venir cacciato via come un cane. Che avrebbe fatto dopo? Dove sarebbe andato? La sua vita, oramai, non aveva più scopo.

Rimise in ordine il cucito di Maria, ch’ella nella fuga aveva lasciato sparso per terra, e sedette sulla scranna, aspettando il ritorno del padrone.

— Appena rientra gli racconto tutto, poi vado via. Ebbene, egli forse mi perdonerà. Gli dirò: sono uomo anch'io; la passione mi ha tolto il senno. Voi che siete uomo di mondo, padrone mio,