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tutto quello che vorresti dirmi, ma so anche che tu sei giovane, tanto giovane.... quanti anni hai?.

— Ventisei.

— Bene, ventisei. Fra due o tre anni sarai ancora giovanissima e avrai dimenticato. Non dirmi di no, Maria; io conosco la vita meglio di te. Se vuoi, non ne riparleremo fino ad allora, ma pensaci bene. Se tuo marito risorgesse per un momento, io credo che ti consiglierebbe di cogliere quella felicità che egli non potè darti. Se veramente ti amava....

— Lasciamo in pace i morti! — diss’ella, gelida e severa.

— Io amai mio fratello anche più di mio padre — credè allora bene di spiegar Stefano, avvicinandosi e posando una mano aperta sul tavolino. — Ma credi, Maria, neppur per sogno m’è passata l’idea di offenderlo con l’amar te e proporti la felicità. Anzi, s’egli veramente t’amava, se veramente sussiste lo spirito nostro dopo la morte, egli, al di là, vorrà saperti felice e serena. O non ha ragione? Quindi io credo d’onorar la sua memoria, di seguire un suo vivo desiderio dicendoti: Maria, sei giovane e dimenticherai e amerai ancora: lascia che sia io colui che deve renderti felice. E di questo argomento, non parliamone più.

— Non parliamone più — ripetè ella alzandosi. — Hai altro da dirmi?