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— disse il vecchietto, passando la mano sulla schiena di Mimìa, che dopo le prime riluttanze gli graffiava e mordeva i bottoncini splendenti del corpetto.

— Ti farà bene.

— E chi lo sa? Non ne posso più, sai, non ne posso più! — E dall’accento si capì che accennava alla stanchezza di tutta la vita. Poi cambiò tono: — Nella vigna di Pietro Farina c’erano ancora i pampani: bene; li han tagliati e buttati sulla strada invece di farli brucare dalle pecore.

— Sai, li ho veduti anch’io stamattina, passando lassù. Ed ho domandato: Pietro, perchè non hai fatto entrare le pecore nella vigna? Mi rispose che un continentale lo ha consigliato di non lasciar mai entrare alcun bestiame tra le viti.

— Macchè continentali d’Egitto! — esclamò don Piane, e fermava la zampetta di Mimìa che, non più contenta dei bottoni, voleva graffiargli il mento. — Cosa fa la pecora alle viti! La pecora entra nelle vigne e bruca i pampini con tanta delicatezza che... che infine non s’è mai inteso che le vigne, dopo la vendemmia, non debbano esser spogliate dalle pecore.

— Ma va e predica agli sciocchi! — disse don Costantino con rassegnazione. — Moda nuova sciocco l’adotta!

Stefano diceva a donna Maurizia: