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— Devi. Non farmi adirare. Ho da parlarti, stasera, appena il babbo sarà a letto. Resterai?
Maria non disse nè sì nè no, ma egli parlava così supplichevolmente, rosso e turbato in viso, che ella, per la seconda volta, dopo la sera della visita, ebbe l’intuizione del vero, e internamente si commosse.
Guardando in lontananza con occhi indifferenti, di nuovo camminarono silenziosi nella dolcezza del vespero luminoso, al cui riflesso le pietre chiare dei muri e le roccie della strada luccicavano.
Josto precedeva correndo, con un brivido pei fianchi, e ogni tanto la sua macchia nera svaniva nel fondo della via.
Arrivarono al paese che imbruniva; il paesaggio si velava di leggere nebulosità violacee, e lo stradale su cui sboccava la strada campestre appariva come un largo nastro carnicino gettato sull’erba autunnale.
— Dunque? — domandò Maria fissa nella sua idea. — Cosa si fa?
— Si ritorna, si va a casa.
Nuovo silenzio. Ma quando vide i noci del suo orto ella si rivolse a don Piane, dicendogli con voce grave:
— Ma fategliela intender voi la ragione a vostro figlio. Ora è guarito, non ha più bisogno di infermiera; non vuole ch’io ritorni a casa mia!