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mai guarito, ella intendeva di ritornare a casa, si trovava più che mai a disagio per l’alternarsi degli umori di don Piane e le insidie e le malignità delle domestiche.

Ma il terzo giorno egli parve a un tratto rianimarsi completamente, ed espresse un suo desiderio.

— Vorrei fare una passeggiata in campagna, disse guardando il cielo, — ma camminare piano piano, che possa accompagnarci anche il babbo.

— Accompagnarci? — pensò Maria.

— Dunque? — domandò Stefano verso le undici, dopo che don Piane ebbe letto nel giornale l’ultimo avviso, nel quale si promettevano due lire di mancia a chi riportava un cagnolino smarrito. — Si va o non si va stasera?

— Dove?

— Non ve lo ha detto Maria? Io, lei e voi andremo al vigneto.

— Chi? Io? — domandò Maria.

— Ma sicuro. E chi dunque?

— Oh, bella! — esclamò ella fra sè.

Ma don Piane per fortuna era di buon umore e accettò.

Dopo pranzo Maria si recò a casa sua per chieder consiglio: donna Maurizia si scandolezzò della proposta, ma intervenne zia Larenta: