Pagina:Deledda - La giustizia, Milano, Treves, 1929.djvu/43


— 35 —

esaminando ogni cosa, poi credette bene di chiamare nuovamente: — Donna Maria? Donna Maria?.

Il bel gattino grigio, tornato cautamente sull’uscio dell’andito, scappò di nuovo, e donna Maurizia comparve sulla porta dell’orto. Era una donna sulla cinquantina, alta, pallidissima, con due formidabili occhi turchini sormontati dal minaccioso arco delle foltissime sopracciglia nere, e con il labbro superiore peloso come quello di un adolescente.

— Cosa vuoi? — domandò con arroganza.

— Dov’è donna Maria? — disse la domestica con non meno insolenza. E intanto si scambiarono uno sguardo di sfida e di curiosità.

— È ancora a letto, — rispose donna Maurizia, togliendo la caffettiera dal fuoco, — se vuoi vederla torna più tardi.

— Non posso tornare. Le dica lei che don Stene stanotte è ricaduto malato, che ora è a letto e sta male, e mi ha mandato perchè desidera assolutamente che donna Maria venga in casa nostra.

«In casa tua! un corno! tu non hai nè casa nè vicinato!» le rispose mentalmente donna Maurizia.

— Perchè deve venire? — chiese a voce alta ed irosa.

— Ne so molto io! — disse l’altra, guardando