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questa bugia? Ma guardi come vanno a spaventare la gente; perchè certamente le loro signorie si saranno spaventate!

Pensava precisamente il contrario l’astuta donna; ma era tutta commossa, e, fatto entrare con premura l’insolito visitatore, si mise, contro la sua abitudine, a camminare rapidamente, gridando:

— Donna Maria? Donna Maria?

Stefano la seguì, osservando con curiosità intorno: attraversarono un andito, poi una stanza tutta occupata da un antico telaio latino da tessere, nel quale il giovane intravide un lavoro già inoltrato, una coperta da letto, a fondo bianco ed a rose rosse, intessuta di soli ritagli di stoffa candidi e porpurei.

Senza dubbio era quello un lavoro di Maria, ed egli pensò ai lavori frivoli e leggeri della sua elegante nipote e delle signore di città: arrivato in fondo alla stanza si voltò, sembrandogli di scorgere una muta e triste figura china sull’antico telaio.

Zia Larenta lo lasciò nell’attigua stanza, non meno caratteristica della prima, arredata da grandi guardaroba di legno oscuro, bizzarramente incisi, da un divano di legno bianco fornito di cuscini e adorno di un volante di percalle rosso, da sedie di paglia e d’alti sgabelli antichi a due piedi. Sulle pareti un po’ gialle, una fila di quadretti sacri; per terra