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Maria e Stefano assenti, fece da Ortensia ricolmar di frumento una corba e impose di portarlo dalla ragazza, con questa affettuosa ambasciata:
— Serafina, don Piane ti saluta e ti prega di credere che egli non ti ha dimenticata un solo istante. Quanto prima sarai nuovamente da lui; intanto accogli benigna questo piccolo dono.
— Ma, — osservò Ortensia, — se donna Maria mi vede, o viene a saperne, mi caccia via....
— Macchè donna Maria, o donna asina! Il padrone sono io: va e obbedisci, altrimenti ti caccio io a pedate.
— Non sia mai! Potrebbe cader dall’altra parte! — disse Ortensia beffarda; e prese il frumento, ma lo portò da donna Maurizia. Veramente avrebbe voluto portarlo a casa sua, ma ebbe paura d’esser spiata ed accusata ai padroni.
D’allora in poi, nonostante la sua estrema avarizia, ogni volta che poteva, don Piane inviava a Serafina regali d’ogni sorta, che, sciente Maria, finivano da donna Maurizia.
Ortensia riferì questo fatto ridendo a molte persone; e Serafina, che sempre sperava di rientrar in casa Arca, venutolo a sapere, arse di rancore.
Intanto, rappacificatosi don Piane, Maria cominciò a godere una relativa felicità: ella final-