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— Si figuri, disse Stefano, sedendosi, rivolto al suocero. — Si figuri a che punto siamo!

E raccontò della visita del Porri; per conclusione diede un formidabile pugno ad una noce che si frantumò, schizzando sulla tavola i pezzetti giallognoli e farinosi del gariglio secco.

Coi baffi un po’ irti donna Maurizia ascoltò attentamente; e, quando Stefano concluse, aggrottò le temibili sopracciglia.

— Hai fatto male, — osservò. E voltasi alla figlia: — E tu non c’eri?.

— E se c’era lei? — gridò Stefano. — Voleva forse che tenessi bordino a quel farabutto? Che gli dicessi: ma sì, bellino, tienti pure il fitto di Nuraghe ruju e deponi tutte le menzogne che vuoi?...

— E poi, disse don Costantino, ammucchiando con due dita i frantumi della noce e guardandovi sopra, — chi ci assicura che non siano i Gonnesa a mandare il Porri per tentarci e poi provar con lui che noi paghiamo i testimoni?

— Anch’io dicevo questo, osservò timidamente Maria.

— A chi l’hai detto? — domandò Stefano guardandola.

— Veramente non l’ho detto, vedendoti nell’umore in cui eri stasera; ma l’ho pensato....