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l’aveva sposata contro la volontà de’ suoi, tanto più avidi di ricchezze, quanto più ne possedevano; e, se non odio, freddezza e disamore regnava fra gli Arca e la giovine vedova che mai cercavano e mai veniva a visitarli.
Quando ella venne a visitare il cognato creduto moribondo, don Piane, che pur recitava il Rosario a Nostra Signora della Salute e a Nostra Signora della Misericordia, l’accolse con una visibile smorfia, e poco mancò che non le proibisse d’entrare dal malato. E anche Stefano non doveva essere poi molto aggravato, perchè si sentì contrariato e chiuse gli occhi nel veder Maria.
Ella però, sebbene per il suo gravissimo duolo assumesse un contegno rigido e duro, vedendo Stefano mal ridotto, si commosse. Per più d’un’ora tenne un’affettuosa compagnia al malato, lo distrasse, gli parlò amabilmente di cento piccole cose come se fossero stati sempre in ottima relazione; sicchè egli, da prima infastidito e più sofferente in apparenza che in realtà, a poco a poco cominciò a sentir dolcezza per quella visita non attesa, nè desiderata. Gli parve la miglior visita ricevuta in tutti quei giorni d’incubi tormentosi, e avrebbe voluto prolungarla; e quando Maria fu per andarsene le disse supplichevole:
— Ritorna domani!.
Ma ella non ritornò, perchè dall’indomani