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te che sei stata illuminata a tempo dall’ineffabile grazia di Dio. Nel mondo non c’è che menzogna, viltà, dolore. E tu sai bene le parole di Matteo, riportate anche nell’Imitazione di Cristo: Il nemico dell’uomo è l’uomo stesso, e specialmente quello che gli sembra più amico e più domestico, imperocchè il vero fondo dell’uomo è la menzogna. Non gioie dunque di fanciulla di sposa e di madre ti attendono: tu invecchierai nella sterilità del cuore, e, credi a me, niuno è più indotto in tentazione di quello che lo sia la donna zitella, nè amante, nè riamata. Resta dunque qui, dove il peccato non troverà albergo, perchè quando gli occhi non vedono non peccano, quando la bocca tace non pecca, quando si è soli la tentazione resta lontana (Oh, non è vero! — gemè Silvestra fra sè); — e la tua preghiera sia un continuo inno di ringraziamento al Signore per la grazia che ti accordò. Signore mio Dio, tu devi dire (e prete Arca sollevò la testa, gli occhi e le mani aperte), — io Vi ringrazio e Vi lodo ogni momento, imperocchè mi faceste vedere le vanità del mondo e mi toglieste dal dolore e dal peccato! Io vivo con Voi e per Voi, io sollevo gli occhi e Vi scorgo nei cieli, nella profondità degli astri, nello splendore del sole. Voi siete sempre davanti al mio sguardo, ed oh, meraviglia, qual pace, qual purezza, qual gaudio è dentro di me!