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scandalo rompendo i tuoi voti, desteresti derisioni e mormorazioni, ti farebbero cadere nel dolore e nel peccato. E dopo, cosa ti aspetterebbe? Non uno stato famigliare, perchè gli uomini, dopo il tuo voto, avrebbero paura di rifiuto nel domandarti in isposa.

Silvestra ascoltò e volle protestare, ma non osò interrompere lo zio, che proseguiva animandosi d’un sorriso sempre più amaro ed ironico:

— D’altronde? Non c’è alcun partito per te, tu lo sai, son tutti spiantati e nessuno ti converrebbe: c’è soltanto tuo fratello, ricco nobile e potente, e tu non puoi sposare Stefano! E da Nuoro, ora che sanno del tuo voto, chi vuoi che venga? Di lui, poi (Silvestra chinò il volto, e per qualche momento vide solo tre spicchi grigi del mosaico che s’aggiravano come tre raggi su un livido sfondo), è inutile parlarne. La stessa suddetta ragione della poca convenienza, ora, tu lo sai, è impossibile. Calcola per bene questa parola. Se prima il vostro matrimonio era difficile, ora è im-pos-si-bile! Tu, figlia cara, domandi ancora di lui; non domandarne più, perchè, oltre la debolezza di abbandonarti ancora a pensieri mondani, fai male a te stessa creandoti illusioni che turbano la tua pace. Vinci la tentazione, e quando ti viene il pensiero di lui, prega per la sua salute spirituale, e non altro....