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mesi se la gode con la ragazza, finchè lei non confessa al padre di essere incinta. Vengono cacciati via dall’albergo, ma col tempo poi i parenti s’impietosirono e perdonarono. E adesso, morto il padre della ragazza, il mio amico è padrone lui dell’albergo. Gli voglio scrivere, anzi, uno di questi giorni.
— Bravi, bravi ragazzi, — approvava il maestro sebbene a lui queste storielle, raccontate in presenza di Ola, non garbassero molto.
Anche Ornella serviva a tavola imbronciata, ma per qualche cosa che pareva riguardasse lei sola. Del resto nessuno badava a lei, tranne forse il maestro che ogni volta che la vedeva entrare la sbirciava solo per un istinto di curiosità ancora non bene definito da lui.
In fine di colazione Antonio le disse di andare a prendere una bottiglia di vino spumante per festeggiare la riuscita del buon affare. E quando la bottiglia venne egli si alzò e si mise a ridere come già ubbriaco: poichè nel cavo in fondo al vetro c’era un ragno bianco che pareva d’argento.
— Fortuna! Fortuna!
Lasciò che il ragno uscisse frettoloso dal suo nascondiglio e nel vederlo correre smarrito qua e là sul dorso della bottiglia, si piegò e lo aiutò a raggiungere il pavimento.
— Va pure! Tutti abbiamo diritto a vivere!