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cominciò a incollare la carta, aiutato con abbastanza abilità da Ornella. Quando la prima striscia fu attaccata, indietreggiò fino all’altra parete, per vedere che effetto faceva: la bambina e la ragazza lo imitarono; ma d’un tratto questa, come ferita dal rosso della carta, arrossì tutta, poi stralunò gli occhi, impallidì, si piegò da un lato: ed egli fece appena a tempo a sostenerla con tutte le sue forze appoggiandosi alla parete per non cadere anche lui.
Una sedia, sciocca, — gridò alla bambina che rideva nel vederli così abbracciati.
Ola accostò la sedia ed egli vi adagiò Ornella che cadeva da tutte le parti come fosse di straccio: poi ordinò alla bambina di andare a prendere un po’ d’acqua. Intanto sosteneva la donna e la sentiva calda e fiorente fra le sue mani come una cosa vegetale: dalle braccia bianche rasate e venate di verde di sotto, e di sopra ricoperte di peluria dorata, dal seno che s’intravedeva candido come gonfio di latte, e dalle vesti intime di lei esalava appunto quell’odore speciale dell’erba fresca strappata e ammucchiata e che comincia a fermentare. Un attimo: ed egli provò uno stordimento misterioso, come se un gruppo di ricordi di adolescenza gli ingombrasse il cervello: e gli parve di rivivere in un luogo cavernoso, in un tempo lontanissimo, in lotta con un corpo ambigno che gli sfuggiva e