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che cantava? Era proprio lui, e si sarebbe detto che da giovane avendo egli fatto il pittore di pareti, adesso tutto il suo passato gaio di lavoro e di spensieratezza rivenisse su con quella voce e quel canto.
Tutte le cose intorno ne erano animate e pareva ascoltassero, anche quelle nascoste sotto la vela: anzi, Ola andò a vedere la sua bambola deposta sul divano e le sembrò che aprisse la bocca per cantare anche lei. Allora la prese in braccio e tornata presso il nonno si mise ad accompagnarlo in falsetto, ripetendo il motivo del suo canto.
Ma come richiamato a sè stesso egli tacque: poi disse:
— Va a chiamare Ornella.
Ornella era nella camera in fondo, che lavava il pavimento: venne subito, in ciabatte e senza calze, con le braccia nude e il sottanino corto come quello di una ballerina. Le sue gambe ricoperte di peluria bionda, nude fino alle ginocchia rosee e lucide, destarono nel maestro un senso di meraviglia: egli non aveva mai veduto gambe di donna così alte e potenti, e ancora una volta pensò a non so quale bestia favolosa rassomigliante alla femmina dell’uomo.
Le fece prendere il lembo della carta tutta umida di colla; l’altro lembo lo prese lui e salì la scaletta a piuoli appoggiata alla parete. Così