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e pure le galline allungavano il collo dall’uscio, guardando dentro con un occhio solo.
Un altro visitatore accolto con ambigui segni fra di simpatia e ostilità era Lenin, il maialetto roseo con la coda arricciata in su e gli occhi vivi che di giorno in giorno si affondavano nel grasso. Entrava senza tanti complimenti, fiutando il pavimento e cacciandosi sotto il letto, dove si permetteva di emettere certi suoni poco profumati, finchè il cane, dopo aver guardato in faccia il maestro come per indovinarne i sentimenti, non lo cacciava via perseguitandolo poi anche di fuori per punirlo della sua sporca sfacciataggine.
La meno ben veduta era Ornella: il maestro evitava di trovarsi con lei anche quando si ripuliva la camera. Non che la ragazza non gli dimostrasse il più profondo rispetto, ma la sua presenza lo turbava, d’un turbamento fisico che non era desiderio, anzi ripugnanza. Ella gli sembrava ottusa, incapace di istinti se non animaleschi; e in questi ultimi giorni l’aveva scoperta bugiarda e falsa. Marga, per esempio, le ordinava di far acquisti presso certi rivenditori; ella invece andava da altri, che le davano roba scadente e a maggior prezzo. Un giorno il maestro, per incarico della nuora, andò a protestare presso uno di questi che lo accolse male e finì con l’offenderlo.