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in pescheria e in piazza. Ti conosco io, birba, ti conosco. E adesso mi tocca di cuocere il pesce. Via questa carta, via questo pacchetto. E tu hai ringraziato, almeno? No, lo so. Ringrazia.

La bambina aveva adottato, forse per spirito di imitazione, il metodo infallibile di Ornella: non rispondeva mai ai rimbrotti materni, anzi sviava il discorso perchè l’umore della mamma cambiasse.

— Sì, mamma, siamo stati in pescheria, e abbiamo veduto il babbo. E c’era la Gina Bluvin, con un vestito a righe gialle come Tigrino....

Particolari che al nonno erano completamente sfuggiti ritornarono nel resoconto di lei: tutto ella aveva raccolto e portato a casa come le piccole conchiglie che traeva dalla tasca e disponeva in fila sull’orlo della tavola, e il nonno non s’era accorto dove le aveva trovate.

La madre ascoltava infantilmente.

Due settimane passarono così, liete e movimentate nei buoni giorni di salute della mamma, con lunghi pasti che lasciavano i commensali storditi, specialmente alla sera quando le bottiglie salivano una dopo l’altra, polverose e