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vano all’orecchio la somma che intendevano offrire.

Egli ascoltava impassibile, col viso ridanciano illuminato dal sole: non doveva essere soddisfatto, però, perchè ripetè il grido e ricevette di nuovo le offerte segrete: e pareva confessasse tutte quelle persone serie che non scambiavano fra di loro una parola, impegnate in una gara dalla quale sembrava dipendesse il loro destino.

Finalmente la cesta delle triglie fu aggiudicata a una donnona scarmigliata che puzzava di pesce guasto; la sola che riusciva a parlare con comodo all’orecchio del banditore e pareva si misurasse con lui; ed ella si fece largo con le palme delle mani oleose come i pesci, sollevò la cesta sorridendo alle triglie, la depose sul suo carretto a mano e se ne andò senza curarsi d’altro.

Ola premette la mano al nonno ed anche loro se ne andarono, nella scìa di odore di mare che lasciava dietro di sè la grossa pescivendola; così percorsero tutta la strada lungo il canale, dopo la cui striscia, colorata dalle vele delle barche e dal loro riflesso nell’acqua verde, sorgeva la nuvola grigia e luminosa d’una landa di tamerici, e nelle lontananze i pini rendevano più chiaro l’azzurro del cielo: poi, svoltando, quella che si immergeva stretta dritta e lucida come una spada nel cuore del paese.