Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/58


— 52 —

sgorgare il riso e la farina, e ricominciò a rimproverare Ornella.

Allora la proposta del maestro di andare a spasso, lui, la bambina e il cane, fu accolta da tutti con riconoscenza.

Ed ecco che se ne vanno, quei tre, piccoli e soli nella vastità della spiaggia e dell’azzurro del mare.

Il tratto di sabbia nuda ancora vergine di orme umane è preceduto da prati coperti di erba e di fiorellini gialli e viola che sembrano di cristallo; e tutto ha la trasparenza del cristallo e il colore delle gemme, il cielo, l’acqua, le conchiglie, la sabbia stessa là dove l’onda si ritira e il sole vi si rifrange come in uno specchio. Ma sopratutto attira gli sguardi del maestro e di Ola un grande triangolo fiammeggiante disteso sul verde di un prato: è una vela che un vecchio pittore marinaro ha tinto di croco e adesso dipinge con arte religiosa attingendo i colori dai secchi disposti intorno a lui e di tanto in tanto allontanandosi un poco per osservare meglio l’effetto del quadro.

In cima è il sole, rosso con lunghi radi raggi come quando sorge dal mare; più sotto una striscia gialla separa la parte superiore da quella inferiore della vela, e sebbene tutto sia di colore acceso si ha l’impressione che una zona neutra, come quella delle sabbie, divida il paesaggio,